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lunedì 6 gennaio 2014

Sul lago dorato

Sul lago dorato (1981) di Mark Rydell con Katharine Hepburn, Henry Fonda e Jane Fonda

È una prova grandiosa di Henry Fonda e Katharine Hepburn.
C'è tutto: la distanza tra generazioni diverse, le paure che attanagliano chi vede la vita più dietro di sé che davanti, le parole non dette e la tenerezza che fanno due persone di una certa età che ancora si adorano, magari nascondendolo dietro a toni burberi.
C'è un posto magico, il cottage sul lago di Ethel e Norman che vi trascorrono tutte le estati.
Ed è lì che inizia la storia.. I coniugi Thayer aprono la casa, come ogni estate e di lì a pochi giorni arriva anche la figlia con il compagno e il figlio di lui, per festeggiare gli 80 anni di Norman.

Norman è una di quelle persone con una mente vivace e arguta, che però non sanno trattenersi quando il buon senso e forse l'educazione lo richiederebbero. E' un tipo burbero che non risparmia una battuta sferzante a nessuno.

I rapporti con la figlia Chelsea non sono mai stati un granché e neanche questo compleanno addolcisce i loro rapporti, anzi.

Chelsea quindi parte per l'Europa con il compagno, lasciando il figlio di lui a passare l'estate con Ethel e Norman. Il ragazzo non ci mette molto a far capire ai "vecchi tacchini" che non è molto contento della sistemazione.

Poi, però, Norman e Billy vanno a pescare sul lago, il ragazzo impara a guidare il motoscafo e pian piano nasce un'amicizia, tenera come solo tra un vecchio e un ragazzo può esserlo.

E Billy scopre che dietro ai toni burberi di Norman si cela la paura di invecchiare e soprattutto di non essere più affidabile come un tempo, come quando per la distrazione quasi manda a fuoco la casa, o quando si perde nel bosco a pochi metri da casa.

Quanto sia merito della recitazione e quanto sia tratto dalla vita stessa dell'attore, che morirà l'anno successivo, non è dato sapere. In ogni caso, sia Fonda che la Hepburn vincono, meritatamente, l'Oscar grazie a questa pellicola.

Al ritorno dall'Europa, Chelsea prova un po' di gelosia per il rapporto che si è creato tra Norman e il ragazzo, ma avrà l'occasione, una volta per tutte, di abbattere quel muro che c'è tra lei e il padre, dicendo finalmente quelle parole che non lasceranno rimpianti, un domani.

La fotografia è meravigliosa e i ricordi si sprecano nel far riaffiorare i passaggi che mi avevano colpito allora: Ethel e i suoi tuffoli, il vecchio babau e Walter, il brutto figlio di porcaccia!

Ma di questi non vi racconto... è un film tutto da vedere. A beneficio di qualcuno, dirò che sì, la tristezza aleggia per tutto il film, ma a ben vedere si stempera con la serenità che irradia da questa coppia così unita.


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