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lunedì 24 giugno 2013

La mia Africa

La mia Africa (1985) di Sydney Pollack, con Meryl Streep, Robert Redford, Klaus Maria Brandauer

La prima volta che ho visto questo film avevo circa 20 anni. Mi è piaciuto tantissimo.
Ho amato la fotografia, la musica, l'ambientazione che ti fa venire il mal d'Africa senza esserci stata, i dialoghi.

Karen Dinesen, danese, tradita dall'amante finisce per sposarne il fratello e "comprare" così il titolo di baronessa. Lei e il marito incominciano un'avventura in Africa, avviano una piantagione di caffè, nonostante sia rischioso coltivare il caffè così in alto. In realtà il piano originario non prevedeva il caffè, ma il barone Blixen ben si adatta allo stile coloniale inglese, dove la donna non è nemmeno ammessa nei club in città.

Non ci mette molto Karen a capire che il marito non le sarà di nessun aiuto con la piantagione e che in amore non è poi tanto diverso dal fratello. Proverà a stupirlo, affrontando delle prove che nessun altra donna avrebbe il coraggio di compiere: come guidare una carovana per portare approvvigionamenti agli uomini in guerra.
E' coraggiosa Karen.

Appena arrivata in Africa conosce un affascinante cacciatore, Denys Finch-Hatton, e il suo amico Berkeley Cole. Diventeranno suoi cari amici, con i quali trascorrerà piacevoli serate, inventandosi favole suggestive.

Accortasi di aver contratto la sifilide, grazie alle generose amicizie del marito, se ne torna per due anni in Danimarca a curarsi. Fortunatamente guarisce, ma non potrà più avere bambini.

Una volta tornata, chiede al marito di andare a vivere in città e pian piano si avvicina al bel Finch-Hatton. Sono belli insieme, lei è bella.

 
L'avevo pensato anche la prima volta, a vent'anni. Nelle scene del safari è così fiera, coraggiosa, pronta a capire ciò che Denys vuol farle vedere: la bellezza mozzafiato dei paesaggi, la magia dell'Africa. (La fotografia è eccezionale e la colonna sonora, alternata a Mozart, si imprime nella memoria, indelebile)
Lui, oltre ad essere affascinante (ma ho sempre avuto un debole per Robert Redford) è uno spirito libero. La loro non è una relazione tradizionale, lui parte e torna di frequente, i loro discorsi non riguardano i problemi di tutti i giorni, cercano di lasciare le cose noiose al di fuori delle loro conversazioni.

Una relazione "senza catene": significativa la risposta che Denys dà a Bror Blixen, quando arrivato alla fattoria per un "prestito" e trovatolo lì, gli dice:
- Avresti anche potuto chiedere... -.
Denys risponde: - L'ho fatto e lei mi ha detto di sì -

Un altro dialogo che mi ha sempre fatto impazzire è quando Karen si lamenta che nessuno le ha mai chiesto di sposarla e allora dice a Denys:
- Mi puoi chiedere di sposarti, se ti prometto che ti rispondo di no? -
E lui: - Posso fidarmi? -

Questi spazi personali che si concedono, però, diventano ben presto delle voragini e finiscono per lasciarsi. A volte ci si rende conto troppo tardi di quanto siano importanti  i riti per "addomesticare" qualcuno, come direbbe la volpe di Saint-Exupéry (anche se quella era solo amicizia), di quanto ci manchino quelle cose che prima ci davano fastidio, appena realizziamo che le abbiamo perse per sempre.

Dovrà affrontare ancora parecchie vicissitudini la nostra Karen prima di lasciare la "sua" Africa. Non prima però di aver ottenuto dal capo tribù dei Kikuiu il permesso di far frequentare la sua scuola anche ai bambini più grandi e di ottenere un appezzamento di terra per loro, alla sua partenza.

Non prima di aver capito che la "sua" Africa non sarà per sempre "sua" allo stesso modo dei suoi Limoges, o della sua fattoria. Sarà sua in un modo molto più profondo. Mi piace ricordare le parole finali di Karen:

Io conosco il canto dell'Africa,
della giraffa e della luna nuova africana distesa sul suo dorso,
degli aratri sui campi e delle facce sudate delle raccoglitrici di caffè,
ma l'Africa conosce il mio canto?
L'aria sulla pianura fremerà per un colore che ho avuto su di me?
E i bambini inventeranno un gioco nel quale ci sia il mio nome?
O la luna piena farà un'ombra sulla ghiaia del viale che mi assomigli?
E le aquile sulle colline Ngong guarderanno se ci sono?